Il castello è costruito sulla spaziosa cima di una collinetta alta m. 357 s.l.m. e coperta da un manto boschivo. L'impianto urbano è formato da un nucleo, delimitato dall'antica cinta muraria, e da alcune abitazioni sorte all'esterno. Il borgo presenta un’aggregazione edilizia articolata in blocchi disposti abbastanza serratamente ai lati dell'asse viario principale, orientato all'incirca da est ad ovest, che corre in corrispondenza del crinale e si incrocia con un asse secondario meridiano.

Gli edifici sono ad uno o due piani oltre il pianterreno, piuttosto irregolari nella distribuzione dei vani e delle aperture. Un elemento, ancor oggi presente, di caratterizzazione urbana ed architettonica è il materiale da costruzione, costituito da pietra a vista a pezzatura irregolare e da mattoni; recenti interventi hanno interessato alcune facciate rivestite di uno strato di intonaco che ne ha parzialmente alterato il carattere originario. Le coperture, in tegole, sono articolate prevalentemente a 2 pioventi, ma si conservano ancora i tetti ad un solo piovente, visibili in una rappresentazione di Sorbolongo nel '600. I percorsi sono brevi, stretti, esclusivamente ad uso pedonale, in alcune occasioni contrassegnati da passaggi coperti da vani che scavalcano le vie. Il tracciato viario che si sviluppa in leggera pendenza dai due assi principali si raccorda sul percorso che costeggia l'interno delle mura e che contribuisce a sottolineare la compattezza edilizia del borgo; i leggeri dislivelli sono, in alcuni casi, superati da brevi gradinate. Fra gli elementi architettonici di maggior rilievo sono le mura, la cui origine è da far risalire ai primi anni del XIII secolo, quando Papa Onorio III ingiunse ad ogni località marchigiana di cingersi di fortificazioni a causa delle continue guerre. Esse appaiono tuttora in gran parte ben conservate, grazie anche a lavori di consolidamento e ristrutturazione eseguiti negli anni immediatamente precedenti il secondo conflitto mondiale. L'antica, unica, porta del borgo e il tratto di mura ad essa contiguo sono stati invece abbattuti per far posto alle due strade di accesso all'abitato. Nulla è rimasto della torre o «baluardo», che si affacciava in modo preminente sulla vallata del Metauro, sicuramente diroccata ed eliminata con parte della muraglia. La chiesa parrocchiale è situata nel punto più elevato all'estremità occidentale del borgo a ridosso della cinta muraria. Una rappresentazione di Sorbolongo contenuta in un catasto del 1665, il rilevamento catastale pontificio del 1835 e quello del Regno d'Italia del 1883 consentono fare interessanti confronti con la situazione urbanistica attuale e di conoscere quindi l'evoluzione del nucleo nell'arco di oltre tre secoli

antica pianta del castello di sorbolongo (Catasto 1665)antica pianta del castello di sorbolongo (Catasto-1665)

La comparazione fra le immagini evidenzia la sostanziale conservazione della struttura urbana e del patrimonio edilizio, specie di quello localizzato lungo l'asse viario longitudinale. Nelle planimetrie ottocentesche e in quella attuale non compaiono, invece, alcune costruzioni, esistenti nel '600, prospicienti la chiesa e il settore settentrionale delle mura; al loro posto oggi, come nel secolo scorso, sono la piazza della parrocchiale ed altri due larghi, un tempo adibiti a mercato. Tuttavia, nella parte di abitato più protesa verso l'antico baluardo, alcuni edifici permangono sino ai tempi della catastazione pontificia per poi sparire in quella successiva del 1883 (fig. 2). Nel '600 l'unica piazza esistente era quella antistante la porta d'accesso, su cui convergeva la vita economica e sociale del borgo. Vi erano localizzati infatti il palazzo della Comunità e residenza del Capitano, la casa del pievano, il forno e lo spaccio del pane. Oggi è mutato l'uso degli edifici che si affacciano sulla piazzetta; quello del Capitano diventò sede comunale sino al 1928. Nel borgo avevano la propria residenza anche alcune famiglie notabili di cui nella pianta seicentesca sono indicate le abitazioni. Non vi è indicata invece la «domus hospitalis», sorta di ospizio per pellegrini che doveva esercitare anche funzioni di pubblica assistenza agli indigenti e ai malati; ma con tutta probabilità l'edificio in questione era ubicato nei pressi della piazza del Comune.

l'evoluzione del centro (1835-1980)

1- aree pubbliche nel 1835 (Catasto Pontificio)

2- edifici pubblici (chiesa) nel 1835 attualmente esistenti
3- aree ortive nel 1835
4- aree occupate nel 1835 da edifici attualmente esistenti
5- edifici già costruiti nel 1885 e ancora esistenti
6- edifici di cui si ha notizia nel 1835. attualmente demoliti
7- edifici esistenti nel 1885. oramai demoliti
8- edifici costruiti dopo il 1885.

Inoltre, un elemento di confronto importante è costituito dalle mura, integre nel '600 ed oggi mancanti del portale e relativa postazione di guardia (peraltro ancora esistenti alla fine dell'Ottocento), del baluardo e di un tratto compreso fra questi due punti, dove ha trovato posto una strada di accesso. Una situazione quasi simile a quella del Seicento si ritrova nelle planimetrie ottocentesche, salvo un passaggio praticato nel tratto meridionale, forse in coincidenza di parti meno conservate. Nel catasto pontificio sono indicate alcune aree ortive, parzialmente riassorbite dall'edificato successivo, ma delle quali permangono tuttora dei lembi, alcuni trasformati in giardini. Con sorprendente precisione coincidono nelle varie immagini vie, vicoli, passaggi coperti; la sola eccezione è costituita dalla estremità occidentale dell'asse viario longitudinale che, aperto verso la cinta muraria nelle rappresentazioni catastali seicentesca e pontificia, nel catasto del Regno d'Italia, come attualmente, è ostruito da un corpo di fabbrica che ha unito la chiesa ad un edificio adiacente, trasformandolo in casa parrocchiale. Pressoché inalterato anche il percorso che si snoda all'interno delle mura sul quale si raccorda tutto il tracciato viario urbano. La via, che ha oggi esclusiva funzione di balcone panoramico, costituiva anticamente una caratteristica importante in quanto, in caso di guerra, permetteva agevoli spostamenti di milizie lungo la fortificazione. A testimonianza dell'antico rango di Comune resta tuttora il vecchio palazzetto comunale con l'orologio (restaurato e ristrutturato) e la lapide dedicata ai caduti della prima guerra mondiale.

Nel territorio di sua pertinenza si trovavano due monasteri benedettini, quello di Santa Giustina, da tempo demolito, e quello di San Maurizio, entrambi attestati fin dall'anno Mille.